Data Collaboration: più valore ai dati con l’engine di Blendee

Tra gli engine base che Blendee offre per accrescere il valore e sfruttare tutto il potenziale dei dati di prima parte,  troviamo “Data Collaboration”.

Di fronte alla progressiva deprecazione dei cookie di terze parti ed al contemporaneo emergere di nuovi format e contesti digitali, publisher ed operatori del mondo marketing e advertising si stanno muovendo nella direzione di strategie data driven privacy compliant, dove sono i dati di prima parte a giocare un ruolo strategico fondamentale.

Ma la limitatezza e scarsità di tali dati resta la sfida più grande soprattutto in ambito advertising. 

In un contesto simile la strategie di data collaboration tra aziende partner e tra aziende e publisher diventa importante e permette a tutti gli attori in gioco di ottenere grandi vantaggi nel rispetto della privacy degli utenti.

Caratteristiche Engine

Blendee permette di attivare progetti di data collaboration tra brand/aziende e partner commerciali nel pieno rispetto della privacy degli utenti interessati, garantendo anonimato e permettendo a ciascun soggetto in gioco di preservare la proprietà stessa dei dati.

Il cuore dell’engine “Data Collaboration” di Blendee è rappresentato da Curated Audience, l’hub all’interno del quale Audience Provider e Audience Buyer collaborano in totale sicurezza.

FOCUS

Audience Buyer ed Audience Provider nelle attività di data collaboration sono i soggetti che rispettivamente che fanno richiesta di particolari pacchetti di audience, mentre gli Audience Provider  sono, invece, i soggetti che mettono a disposizione pacchetti di audience.

Enrichment ed extension: come sfruttare le potenzialità della Data Collaboration

L’acquisto dei pacchetti di audience e quindi dei relativi dati può avvenire in Blendee secondo due particolari modalità:

  • enrichment: è la modalità attraverso la quale, l’Audience Buyer arricchisce la propria audience con attributi acquistati dall’Audience Provider, dopo aver verificato il volume di matching della propria audience con quella del provider;
  • extension: si tratta della modalità che si verifica quando l’Audience Buyer estende la propria audience acquisendo nuove audience dagli Audience Provider.

Data Collaboration e Clean Room: sfrutta il valore dei dati senza rinunciare alla privacy

Le attività di data collaboration permettono di condividere dati, arricchire ed estendere audience in modo sicuro e controllato.

Alla base di tale tipo di attività troviamo anche l’engine “Clean Room” di Blendee che permette di attivare uno spazio digitale protetto e sicuro nel quale attivare collaborazioni senza scambiare dati, nel pieno rispetto della privacy: dati ed informazioni delle audience rimangono, infatti, sempre di proprietà dell’azienda che utilizza la data clean room di Blendee che, assolve in questo caso, al ruolo di data processor.

La data clean room di Blendee è un ambiente temporaneo che si attiva nel momento in cui due player hanno necessità di fare determinate azioni sui dati e prevede l’utilizzo di chiavi di cifratura temporanee valide soltanto per la singola operazione in corso.

Gli ID forti degli utenti (email numero di telefono, numero di carta di fedeltà, mobile ID) vengono codificati con una chiave di cifratura privata all’interno di data bunker e trasmessi, successivamente, alla data clean room.
Una volta conclusa l’operazione le chiavi non sono più valide e le informazioni tornano al diretto proprietario, senza essere cedute a terzi.

Privacy e business: far coesistere due mondi apparentemente lontani

Normative relative a privacy e protezione dei dati personali sempre più stringenti, da una parte, necessità di gestire ed attivare audience sempre più performanti dall’altra: l’engine “Data Collaboration”di Blendee mette in relazione questi due aspetti e consente, all’interno di un accordo di partnership, di sfruttare tutto il valore dei dati di prima parte dei soggetti che entrano in gioco.

Partiamo da un esempio pratico: immaginiamo un brand che produce prodotti caseari destinati alla GDO e che necessita di creare audience maggiormente profilate, in vista della campagna di lancio di un nuovo. Attraverso partnership ed attività di data collaboration con player del settore GDO, potrebbe arricchire ed estendere la propria audience di partenza attingendo dati ed informazione proprio dal contesto retail.

Nell’era cookieless, le attività di data collaboration aprono nuovi orizzonti per tutto ciò che concerne la possibilità di creare audience performanti e profilate.

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Trigger Campaign: il “grilletto” che incrementa engagement e revenue

Tra gli engine base che Blendee offre per efficaci attività di personalizzazione on-site ed off-site troviamo i “Trigger”.

Quante volte ci capita di ricevere un email, una notifica push o un SMS proprio quando stiamo per completare un acquisto o non appena abbiamo abbandonato un sito o ci troviamo nei pressi di un punto vendita.

In tutti questi casi, quella particolare attività, che sembra del tutto casuale, rientra invece tra le attività di trigger marketing, una delle strategie di personalizzazione della customer experience  più efficaci sia on-site che off-site.

FOCUS:
Uno studio pubblicato da Accenture, riporta come il 91% dei consumatori intervistati si dichiari maggiormente propenso ad acquistare prodotti da brand che vengono riconosciuti e ricordati e che offrono raccomandazioni di prodotti pertinenti.

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Caratteristiche Engine

L’engine “Trigger” consente di attivare azioni in real-time o pianificate al verificarsi di particolari azioni da parte dell’utente.

Esso è accessibile dal menù principale, alla voce “Trigger” contenuta all’interno della sezione “Journey”.

Per comprendere appieno il funzionamento di questo engine  è sufficiente fare riferimento alla traduzione stessa del suo nome: “grilletto”.

Proprio come il grilletto di una pistola, l’engine permette di innescare azioni, quali ad esempio l’invio di un SMS, di una newsletter, al verificarsi di specifiche condizioni, come particolari eventi, tempistiche, comportamenti dell’utente o altri particolari momenti.

La precisione e la customizzazione di questa tecnica riesce ad attivare l’interesse dell’audience coinvolta grazie a meccanismi automatizzati e altamente sofisticati: il trigger marketing si basa infatti sulla capacità di individuare la giusta molla per fare scattare un percorso persuasivo nell’utente, che si compone in una serie precisa di step studiati per condurlo verso un obiettivo ben definito.

Il giusto messaggio alla persona giusta, nel momento opportuno. se la conoscenza approfondita della propria audience e la personalizzazione dei dei messaggi sono le basi per un’efficace attività di personalizzazione della comunicazione, l’engine “Trigger” è ciò che ne permette  l’attivazione ed il raggiungimento del risultato.

Real-Time o Pianificati? L’azione giusta al momento giusto

Grazie alla possibilità di scegliere tra diverse tipologie di trigger in grado di azionare comunicazioni personalizzare per ogni singolo utente, Blendee permette di creare esperienze di ringaggio idonee ai più diversi canali.

In particolare, le oltre 300 tipologie di trigger, permettono permettono di re-ingaggiare i visitatori utilizzando, in modo alternativo o sinergico, i seguenti canali di comunicazione:

  • SMS
  • Email
  • Campagna Facebook
  • Web Push Notification
  • Aggiunta/Rimozione tag
  • Newsletter
  • Server to Server Post Data

Una prima macro suddivisione è comunque possibile distinguendo le seguenti tipologie

  • Trigger in Real-Time
    I Trigger Real Time scattano immediatamente al verificarsi dell’evento tracciato e permettono di intercettare il comportamento dell’utente in tempo reale.
  • Trigger Pianificati
    Essi scattano dopo un periodo di tempo predeterminato al verificarsi un evento ricorrente, permettono di creare dei workflow di azioni che possono essere pianificati in tempi differenti da quelli in cui viene compiuta l’azione scatenante

TIPS&TRICKS
Tempestive e, per loro natura, estremamente pertinenti poiché legate al comportamento dell’utente, le triggered email sono uno strumento particolarmente efficace

Una ricerca condotta da Forrester Research rivela come queste, in ambito eCommerce, generino in media un numero 4 volte maggiore di entrate e profitti 18 volte maggiori rispetto alle email più tradizionali o broadcast.

Trigger in Action: come incrementare l’engagement degli utenti

Tra i vari trigger che Blendee offre, abbiamo scelto di concentrare l’attenzione su due tipologie che puoi utilizzare al fine di incrementare l’engagement sulle properties dei tuoi clienti.

WELCOME MESSAGE

Immaginiamo di mostrare all’utente che accede per la prima volta sul nostro sito un messaggio comportamentale che lo inviti ad iscriversi alla newsletter.

Questa potrebbe essere l’occasione per migliorare il suo livello di engagement tanto che, una volta che si è registrato, potremmo prevedere l’invio di una email di benvenuto.

Si tratta in questo caso di uno degli esempi più classici di triggered email in real-time: l’iscrizione alla newsletter funziona in questo caso come azione scatenante per l’invio dell’email e la ricezione della mail in questo caso è tempestiva rispetto all’azione compiuta.

HOW TO

Una piccola curiosità: le email di benvenuto, spesso articolate in una vera e propria serie (welcome series) di più invii, rappresentano un biglietto da visita importante agli occhi dell’utente: è importante per far conoscere l’azienda e i suoi valori, per mostrare prodotti e servizi, senza mai dimenticare di mettere al centro il cliente.

Non è infatti un caso che molte email di benvenuto mettano in risalto i vantaggi della stessa iscrizione piuttosto che forniscano all’utente il vantaggio immediato legato all’utilizzo di un codice coupon da utilizzare per il primo acquisto.

ATTIVITÀ SU SITO WEB | VISUALIZZAZIONE DI PAGINA

Un’altra tipologia di triggered email particolarmente interessante è quella legata alle attività compiute dall’utente all’interno del sito web: immaginiamo di voler ringaggiare un utente che ha visitato una particolare pagina categoria del  sito dedicata ad una categoria di servizi. Potrebbe in questo caso essere interessante inviare una mail contenente non solo approfondimenti tematici relativi al servizio consultato, ma, magari, anche news dal blog relative all’argomento.

Si tratta sicuramente di un reminder ed di una modalità di ringaggio significativa.

Trigger in Action: come incrementare revenue e vendite

In ambito eCommerce 

In  ambito eCommerce le trigger campaign trovano ampio utilizzo in quanto consentono attività di follow up su clienti e potenziali clienti.

Di seguito riportiamo due esempi di trigger particolarmente utilizzati che possono rappresentare un valore aggiunto nella strategia eCommerce per il tuo cliente.

RECUPERO CARRELLO ABBANDONATO

Oltre il 65% degli utenti, in media, non concludono l’acquisto dopo aver aggiunto prodotti al carrello, la mail o la serie di email che vengono inviate successivamente rappresentano un ottimo strumento per abbattere questa percentuale, tanto che molte piattaforme eCommerce le includono già tra le funzionalità base previste.

Proprio perché si tratta di una tipologia di triggered email molto utilizzata, la sua efficacia può essere effettivamente garantita solo se risponde ad un piano ben preciso e ad un approccio più creativo.

È per questo motivo che il consiglio è quello di prevedere non solo l’invio di una mail, ma l’invio di almeno tre email con contenuti diversi e ben scadenzate nel tempo: potrebbe essere utile inviare una mail subito dopo l’abbandono del carrello focalizzando l’attenzione su eventuali difficoltà che l’utente potrebbe aver riscontrato, invitandolo magari a contattare il servizio di customer care.  

L’inserimento di un coupon sconto o l’omaggio della spedizione può rappresentare per l’utente un incentivo notevole a chiudere l’ordine, per questo ne è consigliata la comunicazione solo in un’ultima fase e magari con un’offerta a tempo.

OFFERTE DI COMPLEANNO

Un’ altra tipologia di triggered email particolarmente interessante che trova ampio utilizzo anche  in ambito eCommerce è quella che riguarda l’email di compleanno. Essa è spesso accompagnata da un’offerta, ad esempio un codice sconto valido per l’intera settimana del compleanno, e rappresenta un modo carino ed efficace per entrare in sintonia e confidenza con i propri clienti.  Facendo sentire il cliente speciale, è un’occasione per incrementare il numero di conversioni ma anche per risollecitare magari gli utenti che non acquistano da molto tempo.

Inviare agli utenti messaggi mirati e coerenti con il contesto, il periodo o le sue stesse azioni, incrementa in maniera considerevole la rilevanza dei messaggi, l’attenzione che chi li riceve riserva loro ed in generale l’engagement degli utenti, tanto che si rivelano uno strumento indispensabile anche per strategie di customer retention.

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360-Degree Customer View: che cosa significa conoscere ogni singolo utente

In un contesto sempre più omnicanale e cross-device come quello in cui stiamo vivendo, si moltiplicano touchpoint, contesti e possibilità di interazione tra brand e consumatori, con il risultato che il customer journey dell’utente risulta sempre più frammentato.

Creare profili completi ed aggiornati in real-time su ogni singolo utente che ne forniscano una visione chiara ed una conoscenza approfondita diventa sempre più una sfida se non ci si avvale del giusto supporto tecnologico.

Blendee, tra gli engine base, offre “User 360 View”, lo strumento che consente di ottenere una visione completa di tutte le informazioni che riguardano ogni singolo utente.

Caratteristiche dell’Engine

Informazioni geografiche, dispositivo più utilizzato, appartenenza a liste e segmenti e molto altro ancora: per ingaggiare al meglio gli utenti con esperienze di navigazione ed acquisto personalizzate occorre conoscere molto di più. Ed è proprio questo che permette di fare l’engine “User 360 View”.

La dashboard che consente di creare e visualizzare i diversi dati,  può essere considerata come una vera e propria fotografia del customer journey di un utente.
Si possono visualizzare ordini effettuati, prodotti e contenuti visualizzati, attività svolte in funzione di specifiche campagne, iscrizioni effettuate.

TIPS&TRICKS
Analizzare nel dettaglio il comportamento di ogni singolo utente e cliente è importante per rilevare informazioni su interessi e comportamenti. È tuttavia la messa a sistema di tutti i dati raccolti dei vari utenti a fare la differenza e a permettere strategie di profilazione e segmentazione evolute nonché di personalizzazione dell’esperienza su base predittiva.

Single Customer View ed Unified Customer Profile: oltre la raccolta dei dati 

On-line così come off-line sono tantissimi i dati che clienti reali e potenziali rilasciano nell’interazione con il brand e i suoi prodotti/servizi: dati anagrafici, informazioni su gusti ed interessi, abitudini e frequenza di acquisto, comportamenti di navigazione e molto altro ancora.

Tutti questi dati, se raccolti e normalizzati in un unico ambiente, sono in grado di aiutarci a creare profili esaurienti di ogni singolo componente della nostra audience, non più profili verosimili, ma assolutamente reali!

Blendee, grazie a sofisticati sistemi di tracciamento privacy compliant è in grado di raccogliere dati da più canali e sorgenti, normalizzandoli a livello di single customer view.
Tutto ciò permette la creazione di una banca dati dinamica, completa ed esaustiva ed una visione olistica su ciascun profilo.

Dai dati alle attività marketing, il passo è breve: il Marketing Operating System di Blendee consente, non solo la raccolta e la normalizzazione dei dati, ma anche la loro attivazione in termini di profilazione e segmentazione evoluta, oltre che la predisposizione di attività marketing volte alla personalizzazione della customer experience online e offline.

Conoscere e comprendere il profilo di ogni singolo cliente diventa così fondamentale e conduce ad una serie di indubbi vantaggi:

  • maggiore comprensione delle esigenze del cliente;
  • offerte di prodotto e servizio personalizzate;
  • servizio di customer care “su misura”;

maggiori possibilità di fidelizzazione del cliente.

La visione del cliente a 360° trascende quindi il solo e mero scopo analitico:  è molto più di una semplice raccolta di dati  e si presenta come la base di partenza per un approccio strategico.

Customer LifeCycle: non perdere di vista il ciclo di vita del cliente

Hero, lost, active o waiting? Durante il proprio customer journey sono numerose le fasi del ciclo di vita che un utente/cliente attraversa. Avere una visione chiara di dove si trova in uno specifico momento, significa essere in grado di intervenire tempestivamente per ingaggiarlo e tenerlo legato al brand. È questo il primo passo per incrementare il suo valore nel tempo e mettere in campo efficaci strategie di fidelizzazione e customer retention.

L’engine “User 360 View”, permette di avere una visione chiara sul lifecycle di ogni singolo utente, grazie ad una restituzione grafica chiara ed esaustiva.

È partendo da questa visione chiara ed aggiornata in tempo reale che il Marketing Operating System di Blendee permette di orchestrare l’intero customer journey, permettendo di orientare attività e strategie sia sulla base dello stadio in cui si trova l’utente/cliente sia sulla base di quello che desideriamo fargli raggiungere.

TIPS & TRICKS

Ad un utente che si è registrato sullo shop o sul sito del cliente e si trova quindi nella fase “lead”, è possibile mostrare un pop-up che lo stimoli ad effettuare il primo acquisto e quindi gli permette di raggiungere lo stato di “first order”.

Parallelamente a clienti “hero”, ovvero che acquistano spesso ed hanno un valore medio degli ordini più alto, è possibile proporre fidelity program, per incrementare ulteriormente il loro valore nel tempo.

PILLOLE DI PROFILAZIONE

Blendee ID: il valore dell’identity resolution in contesti cookieless

Parlando di unified customer view e visione olistiche dell’utente/cliente, non possiamo non fare accenno ad una delle tematiche “più calde” di questo periodo: l’identity resolution.

In un contesto in cui la fine dei cookie di terze parti è ormai una certezza, l’identity resolution assume, infatti, una nuova centralità e diventa il focus verso cui tendere per creare customer experience personalizzate e di valore e vincere la sfida di creare customer view a 360°, realmente accurate, olistiche ed aggiornate in tempo reale.

Ma che cosa si intende per identity resolution?

Con l’espressione “identity resolution” si definisce il processo mediante il quale i diversi ID (identifiers), corredati dei relativi dati raccolti ed attribuiti ad un singolo utente nelle diverse interazioni cross-domain e cross-device e nei diversi touchpoint,  vengono integrati e “risolti” in un unico ID.

Tali identifiers riguardano dati personali e PII (Personally Identifiable Information).

Al centro di un processo di identity resolution, troviamo l’Identity Graph che, volendo semplificare, potremmo definire come una sorta di grande database che raccoglie tutti gli identificatori abbinati ai diversi profili degli utenti.

Immaginiamo un utente che interagisce con un device: i dati che si possono raccogliere sono davvero molteplici e possono spaziare da quelli generati dallo stesso device (es: MAID, TVID), a quelli prodotti da una piattaforma applicativa (PPID, WEBID basato su cookie), fino a quelli che si possono ricavare sulla base dell’associazione ad un altro device (RFID, posizione geografica, connessione internet condivisa), senza, ovviamente, dimenticare quelli che si possono richiedere all’utente (nome, cognome, email, codice fiscale, numero di telefono, iban..)

Si tratta, di fatto, di tanti tanti piccoli frammenti  che connessi tra loro, con vari gradi di certezza, costruiscono proprio l’identità del singolo utente.

Il processo di identity resolution di Blendee permette di riconoscere,  in modo univoco, in ottica cross-domain, ogni singolo utente, in tempo reale grazie alla convergenza ed alla risoluzione dei diversi ID utente attribuiti durante le diverse interazioni.

Il risultato? Una customer view a 360° realmente omnichannel, cross-device e cookieless. 

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Data Analysis e Dashboard Utenti: un primo sguardo ai dati

Torniamo a parlare di customer experience e di strategie data driven, volte alla personalizzazione dell’esperienza di navigazione ed acquisto degli utenti.
Questa volta però partiamo da un approccio diverso, ovvero quello che riguarda il monitoraggio dei KPI.

Conoscere e analizzare i dati, infatti, è il primo passo per costruire strategie data driven vincenti.

Analytics in Blendee: tutti i KPI a portata di click
Dati relativi a campagne e particolari attività di marketing, ma non solo: Blendee grazie a dashboard avanzate e completamente personalizzabili, permette di tenere sempre sotto controllo i principali KPI relativi al business del tuo cliente.

Da una vista più complessiva sui principali indicatori, a dashboard più dettagliate relative alle performance dei singoli canali o dei diversi contenuti, in pochi e semplici click è possibile scoprire le campagne più performanti o conoscere i cluster di utenti più rilevanti anche in funzione delle diverse campagne a cui sono stati esposti.

Tra i vari dati ed informazioni riportate in dashboard, in questo approfondimento, concentriamo l’attenzione su alcuni valori significativi della “Dashboard Utenti” per ipotizzare strategie ed attività a valore aggiunto?
Eccoti qualche indizio!

Utenti Anonimi, Riconosciuti e Svelati: perché il loro valore è così importante

Conoscere la propria audience è il primo passo per creare strategie marketing vincenti.
La card “Visitatori” contenuta all’interno della Dashboard “Utenti” consente di avere una fotografia chiara, in tal senso permettendo di rilevare:

utenti conosciuti: ovvero numero di utenti dei quali abbiamo dati come email e numero di telefono;

utenti rivelati: ovvero il numero di utenti che dapprima erano stati tracciati come anonimi e che poi hanno effettuato una registrazione o si sono loggati;

utenti anonimi: utenti sconosciuti che hanno navigato sul sito, ovvero utenti di cui non abbiamo alcun riferimento per quanto concerne email e numero di telefono.
Ma perché tali dati sono così importanti? Il numero di utenti rilevati e, soprattutto la sua variazione nel tempo, è un indice interessante che ci consente di comprendere la reale efficacia di strategie ed attività finalizzate alla lead generation.
Proprio in merito alle attività di lead generation, è interessante porre attenzione anche sul dato relativo agli utenti anonimi.
Raramente, quando si parla di strategie marketing si fa riferimento agli utenti anonimi: è importante, tuttavia, sapere che, stando ai dati statistici, essi in realtà costituiscono oltre il 98% degli utenti totali, una percentuale assolutamente da non sottovalutare.
Se ribaltiamo, infatti, la prospettiva, possiamo affermare che tendenzialmente, in media, le attività marketing di un brand si concentrano sul 2% ed il 3% dell’intera audience, un numero davvero esiguo di utenti rispetto a quelli potenzialmente raggiungibili.


FOCUS:
Tra i KPI interessanti da monitorare, poniamo la tua attenzione sull’ “Unveil Rate” (Tasso di Svelamento). Esso consente di rilevare quanti sono gli utenti rivelati in proporzione a quelli anonimi.


TIPS&TRICKS:
Conoscere quanti sono gli utenti registrati in rapporto a quelli anonimi, ovvero l’Unveil Rate, ci permette di comprendere quale siano le strategie più efficaci per migliorare questo dato: una campagna di lead generation, non si esaurisce solo nella realizzazione di una campagna ADS, ma contempla anche tutta una serie di attività necessarie a stimolare gli utenti a registrarsi e rilasciare i propri dati ed è proprio in questa fase che marketing automation ed intelligenza artificiale mostrano le loro potenzialità, grazie al contributo dei dati sugli utenti anonimi che vengono raccolti.
RFM: quali i cluster di utenti più profittevoli?
Tra i valori relativi agli utenti riportati nelle dashboard “Utenti” di Blendee, ti consigliamo di porre attenzione sulla card relativa alla matrice RFM.

La matrice RFM permette di mappare la propria audience al fine di individuare i clienti potenzialmente più interessanti sui quali lavorare per portarli da un livello a quello successivo, mediante offerte commerciali e proposte comunicative ad hoc.
HOW TO
Il valore della matrice RFM in Blendee può anche essere utilizzato come un efficace criterio di profilazione e segmentazione della propria audience. Individuati i cluster più interessanti anche in termini di popolosità, è interessante andare ad ingaggiarne i componenti con attività pensate ad hoc.
Nell’era della personalizzazione della customer experience, conoscere a fondo la propria audience è il primo passo per mettere in campo strategie marketing di successo. La matrice RFM rappresenta, senza ombra di dubbio, uno dei modelli più efficaci in questo frangente.
TIPS&TRICKS:
Una volta individuati i diversi segmenti e cluster di utenti, mettere in campo la strategia più efficace e prevedere diversi livelli di personalizzazione della customer experience sarà ancora più facile ed immediato:
i clienti che spendono molto, hanno acquistato da poco e che acquistano con frequenza possono rappresentare i migliori ambassador per un brand e potrebbero essere ingaggiati per il lancio di nuovi prodotti;
i clienti più fedeli che acquistano spesso, anche non spendendo molto, possono essere stimolati ad acquistare prodotti di maggior valore magari con product recommendation personalizzate;
i clienti che non acquistano da tempo, ma hanno acquistato tanto in passato, potrebbero essere ringaggiati con survey per ottenere feedback e promozioni ad hoc;
i clienti maggiormente sensibili alle offerte potrebbero essere ringaggiati con proposte di prodotti, anche a prezzi più sostenuti, ma comunque in linea con i loro acquisti recenti;
ai clienti invece che hanno i valori più bassi in termini di frequency, monetary e recency potremmo inviare offerte periodiche.

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A.I. Real-Time Personalization: più efficace con l’engine Recommendation di Blendee

Tra gli engine base che Blendee offre per mettere in campo efficaci strategie di personalizzazione dell’esperienza di navigazione ed acquisto,  troviamo “Recommendation Engine”.

Caratteristiche e Funzionalità dell’Engine
Il “Recommendation Engine” di Blendee è facilmente accessibile dal menù principale, cliccando sul menù alla voce “Website”.

Una volta effettuato l’accesso,  in pochi e semplici click è possibile creare product e content recommendation da integrare nelle sezioni più salienti del sito o dello shop.

Content e product recommendation rappresentano, infatti, uno degli aspetti più salienti quando parliamo di personalizzazione on-site. Tanto in ambito eCommerce quanto in ambito lead generation mostrare all’utente prodotti e/o contenuti in linea alle aspettative e agli interessi dell’utente rappresenta un fattore critico di successo in termini di engagement.

FOCUS eCOMMERCE

Stando ai dati resi noti dallo stesso Amazon, circa il 35% del suo fatturato totale viene generato proprio dagli algoritmi di product recommendation, che in media riescono a portare un incremento di fatturato del 12%, con punte, in alcuni casi, del 30%.
Incremento dello scontrino medio, aumento della revenue, ma non solo: l’efficacia di una buona strategia di product recommendation, si misura anche nella fidelizzazione stessa del cliente.

Recommendation engine: ma quale algoritmo?

Il “Recommendation Engine” di  Blendee mette a disposizione degli utilizzatori numerosi algoritmi.

Ripercorriamo i principali:

  • trending recommendation: vengono mostrati i prodotti/contenuti più popolari del catalogo per click e view;
  • personalized recommendation: l’utente ha la possibilità di vedere prodotti/contenuti selezionati in base alla sua recente storia di navigazione all’interno del sito;
  • personalized trending recommendation: in questo caso l’algoritmo propone prodotti/contenuti mixando i due precedenti, ovvero suggerendoli a partire dalla storia di navigazione dell’utente ma più popolari per click e view;
  • browsing history recommendation: in questo caso vengono mostrati prodotti/contenuti a partire da quelli che l’utente ha visto;
  • personalized recommendation by sales: l’algoritmo consente di mostrare prodotti  suggeriti a partire da quelli che l’utente ha acquistato di recente;
  • shopping cart recommendation: con questa tipologia vengono mostrati prodotti consigliati a partire da quelli che l’utente ha inserito nel carrello;
  • remarketing recommendation: vengono mostrati prodotti che l’utente ha visionato negli ultimi giorni ma non ha acquistato.

Queste sono soltanto alcune tipologie di product e content recommendation implementabili. Non dimentichiamo che ognuna di esse può essere ulteriormente personalizzata agendo su singoli segmenti della audience e su particolari condizioni che riguardano le caratteristiche del prodotto o del contenuto stesso.

TIPS&TRICKS

Nessun algoritmo funziona bene o male a prescindere: molto dipende dal contesto in cui viene applicato o dal cluster di utenti su cui viene attivato. Il consiglio in questo caso, qualora ci fosse incertezza sull’algoritmo da impiegare, è quello di effettuare A/B/X test mediante l’engine “Campaign Manager”.

Product & Content Recommendation: sfrutta il valore del contesto

Come anticipato prima non esistono algoritmi che sulla carta possono essere giudicati più efficaci di altri, molto dipende dal contesto in cui le recommendation vengono mostrate.

Se per le raccomandazioni di contenuti la pagina in cui i contenuti vengono mostrati o la precedente esperienza di navigazione dell’utente sono i principali aspetti che possono influenzare l’efficacia di contenuto consigliato, in ambito eCommerce, è possibile seguire alcune linee guida e sfruttare le product recommendation in ottica di up-selling e cross-selling.

Home Page
È possibile mostrare in home page i prodotti più popolari per click e view partendo dalla storia di navigazione o acquisto dell’utente, se è un utente conosciuto, oppure, più in generale, se si tratta di un utente anonimo.

Category Page

Anche in questo caso è consigliato mostrare i prodotti più popolari per click e view, questa volta in funzione della particolare categoria in cui vengono mostrati.

Product Page
In questo specifico caso è possibile mostrare prodotti appartenenti alla medesima categoria del prodotto visualizzato ma con prezzo leggermente più alto se si desidera mettere in campo strategie di up-selling, oppure prodotti correlati a quello mostrato per strategie di cross-selling.

Cart Page / Checkout Page
La pagina carrello si mostra particolarmente indicata per mettere in campo strategie di cross-selling ed incrementare così il valore del carrello medio, mostrando prodotti correlati, meglio se a prezzo basso, a quello che l’utente sta decidendo di acquistare.


Pagina 404 e Pagina Ricerca

Pagine solitamente non personalizzate, grazie alle product recommendation possono trasformarsi in pagine importanti per lo shop: stiamo parlando della pagina 404 e di quella di risultati di ricerca, i cui contenuti possono essere personalizzati in funzione dell’utente che le visita.

HOW TO

Personalizzazione dell’esperienza di navigazione ed acquisto on-site, ma non solo: product e content recommendation possono essere integrate anche in campagne di email marketing, inserendo blocchi di prodotti e contenuti direttamente nel corpo della newsletter.

Recommendation come “aiuto” per strategie di profilazione

Concludiamo questo breve excursus sull’importanza di mettere in campo efficaci strategie di A.I. personalization attraverso content e product recommendation, focalizzandoci su un aspetto da non sottovalutare.

Anche di fronte ad utenti che accedono per la prima volta allo shop o al sito istituzionale del cliente è possibile personalizzarne l’esperienza di navigazione proprio mettendo in campo efficaci strategie di content personalization.

In questo particolare contesto, mostrare contenuti più cliccati o visti può aiutare ad intercettare gli interessi dell’internauta, dando così avvio ad una procedura di progressive profiling che negli strumenti e nelle applicazione di marketing automation trova ampio riscontro.

Le potenzialità di una funzionalità come quella delle product recommendation sono davvero enormi se ben sfruttate e se rispondenti ad una strategia ben pianificata: come per ogni attività di marketing automation il consiglio è ovviamente quello di farne un uso accorto per evitare effetti di over automation che potrebbero infastidire l’utente. 

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Behavioural Messages: ad ognuno il giusto messaggio

Tra gli engine base che Blendee offre per mettere in campo efficaci strategie di personalizzazione della customer experience on-site troviamo “Behavioural Messages”.

Caratteristiche dell’Engine

L’engine “Behavioural Message” rappresenta uno dei pilastri fondamentali nel contesto delle web personalization, in quanto consente di personalizzare in real-time l’esperienza di navigazione dell’utente con messaggi e comunicazioni finalizzate ad incrementarne l’engagement.

Il messaggio giusto, nel momento giusto, alla persona giusta: personalizzare la comunicazione in base alla tipologia di utente/cliente che naviga il sito è fondamentale ed i messaggi comportamentali, o behavioural messages, rispondono proprio a questa esigenza.

HOW TO:

Blendee consente di configurare un behavioural message in pochi e semplici passi anche grazie a numerosi template già forniti che possono essere personalizzati mediante un editor semplice ed intuitivo.

Behavioural message ed eCommerce: quale tipologia scegliere?

Prima di passare in rassegna le principali tipologie di behavioural messages utili, ricordiamo che, principalmente, i template presenti in Blendee si differenziano per la modalità con cui interagiscono con la struttura della pagina.

Embedded: vengono inseriti direttamente tra gli elementi della pagina, in sostituzione o in aggiunta, a seconda del risultato atteso.

Overlay: aggiungono l’elemento su un livello superiore, senza modificare la struttura pre-esistente della pagina.

Dopo questa rapida digressione tecnica, ecco alcuni template che consigliamo per la realizzazione di behavioural messages più specifici in ambito lead generation/nurturing o più semplicemente per la personalizzazione dell’esperienza di navigazione.

  • Box message: rientrano in questa categoria anche i pop-up I box message sono infatti le classiche finestre che appaiono in overlay durante la navigazione. Solitamente vengono utilizzate per ricordare all’utente informazioni importanti o per stimolarlo a compiere azioni (es: download di una risorsa).
  • On-exit message: questa tipologia di messaggio comportamentale è molto simile alla precedente. Ciò che la caratterizza maggiormente è il fatto che si attiva nel momento stesso in cui l’utente sceglie di abbandonare il sito. Si tratta della tipologia di behavioural message più utilizzata in ambito di strategie di lead generation.
  • Push bar: questa tipologia di behavioural message consente di configurare un messaggio nella parte alta o bassa dello schermo. 
  • Side panel message: è una tipologia di messaggio comportamentale abbastanza invasiva. Consente di mostrare messaggi che compaiono in overlay dal lato della schermata magari all’accesso dell’utente in pagina e possono contenere contenuti speciali o form.

Behavioural message e smart form dinamici: mettere in campo efficaci strategie di progressive profiling

Tra le funzionalità che l’engine “Behavioural Message” consente di mettere in campo,, non possiamo dimenticare l’utilizzo dei messaggi comportamentali come “contenitori” di smart form dinamici.

In questo particolare contesto l’utilizzo del messaggio comportamentale è strettamente connesso ad attività di profilazione della propria audience. Gli smart form dinamici di Blendee possono infatti essere contestualizzati in base al percorso di navigazione dell’utente permettendo così di mostrare domande coerenti e più efficaci.

Tra i messaggi comportamentali contenenti form il più comune ed utilizzato è senza dubbio il box message e l’on-exit message contenente il form per l’iscrizione alla newsletter. 

Ma gli impieghi degli smart form all’interno dei messaggi comportamentali non si esauriscono qui.

ESEMPIO:
Immaginiamo,  ad esempio, di gestire un sito di assicurazioni on-line: agli utenti che accedono per la prima volta al portale, potrebbe essere interessante mostrare loro un messaggio che li inviti a compilare un form per ricevere magari un preventivo gratuito.
In questo caso potremmo configurare il messaggio comportamentale come un box message da mostrare dopo x secondi che hanno fatto accesso al sito.

TIPS&TRICKS

A prescindere dalla tipologia di messaggio comportamentale che si decide di adottare è fondamentale ricordare l’aspetto fondamentale riguarda la personalizzazione dei contenuti. 

Proprio per la loro peculiarità di essere mostrati in real time, essi devono essere personalizzati in base al segmento di appartenenza dell’utente stesso.

Behavioural message efficace? Ecco qualche consiglio per i tuoi clienti!

Proprio perché rispondono ad un obiettivo chiaro e preciso, ovvero quello di attirare l’attenzione dell’utente e di stimolarlo a compiere una precisa azione,  quando configuriamo un messaggio comportamentale dobbiamo tenere a mente alcuni principi base:

  • finalità esplicita: la finalità dell’azione così come il vantaggio/beneficio che l’utente può trarne deve essere chiaro e facilmente comprensibile;
  • linguaggio chiaro: è importante che il messaggio riporti una call to action chiara ed univoca affinché l’utente sia guidato verso una specifica azione;
  • utilità: soprattutto se attiviamo un messaggio con la finalità di raccogliere dati ed informazioni sugli utenti (immaginiamo una survey) è importante fornire all’utente qualcosa in cambio, sia esso un contenuto di approfondimento o uno sconto sull’acquisto successivo.

Se i pop-up sono probabilmente la tipologia di messaggio comportamentale più conosciuta ed utilizzata sia su siti istituzionali che su eCommerce, esistono tuttavia diverse tipologie di messaggi comportamentali che è possibile configurare. Il nostro consiglio è ovviamente sempre quello di scegliere il formato più appropriato alla tipologia di messaggio e al contesto in cui viene attivato.

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Form & Survey in Blendee: scopri di più sui tuoi utenti

Tra gli engine base che Blendee offre per mettere in campo efficaci strategie di profilazione e di personalizzazione della customer experience troviamo Form & Survey.

Caratteristiche e Funzionalità dell’Engine

L’engine “Form & Survey” è direttamente accessibile dal menù principale cliccando in corrispondenza della voce “Website“.

 Le funzionalità relative a questo engine si mostrano particolarmente utili da utilizzare non solo in ambito di lead generation e lead nurturing ma anche in ambito eCommerce.

Come possiamo immaginare molte delle informazioni relative ad utenti e clienti, infatti, non possono essere dedotte semplicemente analizzando dati comportamentali ed in real-time.
Nella maggior parte dei casi, infatti, le informazioni più interessanti ai fini di una buona strategia di personalizzazione si ottengono ponendo domande più o meno dirette con lo scopo di ottenere quei dati e quelle informazioni che non è possibile reperire diversamente (pensiamo ad esempio alla data di nascita, ad interessi particolari o a gusti relativi all’abbigliamento).

Bene, tutte queste informazioni possono in realtà essere raccolte mediante i form di profilazione dinamica presenti in Blendee.

Configurare Form & Survey: alcuni consigli utili per i tuoi clienti


Come è facilmente intuibile, l’engine Form & Survey di Blendee consente  di personalizzare la raccolta di dati ed informazioni sulla base del contesto di navigazione dell’utente: in poche parole è possibile mostrare ad utenti diversi domande diverse ma anche in momenti diversi, rendendo il tutto coerente con la loro esperienza di navigazione.

Il grande vantaggio di questo tipo di approccio permette di richiedere le informazioni giuste al momento giusto, rendendo l’utente stesso più “predisposto” a rilasciarle.

Ecco allora tre utili consigli da non lasciarsi scappare per creare form di profilazione di successo:

  • sii rilevante: richiedi dati e mostra form di profilazione ai soli utenti in target;
  • sii coerente: come già accennato, è fondamentale rendere la richiesta di informazioni e dati pertinente al percorso di navigazione;
  • fai in modo che le informazioni ottenute siano facilmente integrabili: è fondamentale che le informazioni che man mano vengono raccolte vadano ad arricchire progressivamente il profilo dell’utente.

TIPS&TRICKS

Quando ipotizziamo le domande da richiedere agli utenti è bene ricordare di trovare il giusto compromesso tra dati richiesti e benefici offerti. Sebbene siano sempre di più gli utenti che si dichiarano pronti a rilasciare dati ed informazioni in cambio di un’esperienza personalizzata e di valore, è anche vero che è sempre bene appellarsi al buon senso.
È utile richiedere una certa  informazione? Il valore che si offre in cambio, è equilibrato rispetto alle informazioni richieste?

Se proviamo a rispondere a queste domande, sicuramente troveremo un giusto compromesso e l’analisi dei dati successivi (quanti utenti hanno compilato il form, a quale domanda si sono fermati…) ci aiuterà ad “aggiustare il tiro”.

FOCUS
Progressive Profiling: un’opportunità per qualificare i contatti

Più informazioni si acquisiscono su utenti e clienti, maggiori possibilità si prospettano per trasformare un lead, in un prospect, prima,  ed in un cliente poi.

Come fare? 

La risposta si racchiude in due semplici parole: progressive profiling.

Con il termine progressive profiling, si definisce una tecnica mediante la quale si procede ad una profilazione progressiva del contatto con la raccolta di dati ed informazioni a più riprese durante le diverse fasi del customer journey.

Tutto ciò è reso possibile in Blendee con l’utilizzo di Form & Survey. 

Personalizzabili in funzione del segmento di appartenenza dell’utente e contestualizzabili per la raccolta di informazioni pertinenti al contesto di navigazione, i form di Blendee sono facili e veloci da configurare grazie ad un editor intuitivo e semplice da utilizzare.

Embeddabili all’interno di pagine o fruibili mediante behavioural message, i form possono essere realizzati in più modalità che differiscono principalmente in base del grado di profondità delle informazioni che si desidera raccogliere. 


Engine Form&Survey: più format, un solo obiettivo

Dal form per l’iscrizione newsletter che solitamente contempla un solo campo, quello relativo all’email, a survey più complesse che prevedono diverse tipologie di domande e dati rilasciati in più modalità: l’engine Form&Survey di Blendee prevede diversi format.

Per semplificare li raccogliamo in tre macrogruppi:

  • Survey o sondaggi: rappresentano la tipologia di form più complessa ma, senza dubbio, quella che può consentire una raccolta molto dettagliata di informazioni. Per questo è opportuno che si riesca a coinvolgere al meglio l’utente.
  • Soft Lead: rientrano in questa categoria i form più semplici come quelli di iscrizione alla newsletter che non richiedono dati particolarmente articolati. Anche in questo caso è valido il consiglio di rendere chiaro all’utente il beneficio che può trarre da quella particolare azione (es: ricevere in anteprima le promozioni, uno sconto sul primo acquisto…).
  • Hard Lead: si tratta di form solitamente deputati alla raccolta di informazioni più dettagliate (azienda, data di nascita, ruolo professionale, interessi..) e pertanto prevedono magari la ricezione di un contenuto di approfondimento di valore come un ebook, un case study, un’infografica.

TIPS&TRICKS

L’engine Form & Survey può mostrarsi particolarmente utile non solo in ambito di lead generation, ma soprattutto di lead nurturing.
Come ben sappiamo, una strategia di lead nurturing si basa sull’invio di contenuti utili e la realizzazione di messaggi, rilevanti, ma soprattutto, personalizzati sulla base dei reali interessi e del comportamento dei potenziali clienti al fine di accompagnarli nel processo di acquisto.

Ecco che allora conoscere e profilare mediante i form diventa fondamentale.

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Buyer Personas: la strategia per il tuo cliente, inizia da qui

Profilazione e segmentazione della propria audience, è da qui che si costruiscono le basi per una strategia marketing vincente.

Negli ultimi anni, come sappiamo,  le regole nel mondo dell’advertising sono cambiate: non basta la sola visibilità per garantire il successo di una strategia, non funzionano più slogan “urlati” che cercano di fare presa su chiunque sia a tiro. Si parla di “strategie” in termini completamente diversi: si tratta infatti di offrire alla persona giusta un prodotto/contenuto giusto per lui, tutto questo al momento e al posto giusto. 

Ma chi sono queste persone giusto?  Dietro ad ogni strategia di successo c’è un grande lavoro di analisi e studio che inizia proprio dalla definizione delle buyer personas.

Chi è il cliente ideale del prodotto/servizio che il mio cliente desidera vendere? Chi vorrei che entrasse dalla porta del suo negozio o acquistasse nel suo shop? 

Queste sono solo alcune domande che è opportuno porsi, in quanto dati ed informazioni che possono andare a completare il profilo di una buyer persona sono davvero tanti.

Ma, procediamo con ordine!

Buyer Personas: perché sono così importanti?
Con il concetto di “Buyer Persona”,  tecnicamente si delinea la rappresentazione fittizia del target di riferimento, praticamente possiamo definire una buyer persona come l’archetipo del cliente ideale costruito grazie alle diverse informazioni raccolte.

Caratteristiche demografiche, informazioni comportamentali, interessi, obiettivi, necessità, desideri, canali utilizzati a fini informativi o di intrattenimento, preferenze ed abitudini di acquisto: tanto più le informazioni sono dettagliate, maggiore è la possibilità di individuare realmente il proprio target di riferimento, anticiparne i desideri e creare contenuti ed offerte più in linea alle aspettative.

Ma come organizzare tutte le informazioni?

Buyer Personas in Blendee: sfrutta le potenzialità dell’engine dedicato

Per mettere a fuoco la tua strategia e delineare in modo efficace le buyer personas, Blendee offre tra, i vari engine, uno dedicato proprio per queste attività di analisi.

L’engine “Buyer Personas” è direttamente accessibile dal menù principale, cliccando sulla sezione “Utenti”.

Grazie ad un widget estremamente semplice da utilizzare, è possibile configurare la buyer persona di riferimento, settando informazioni anagrafiche, titolo di studio, professione, canali e strumenti di comunicazione con i quali raggiungerla.

TIPS&TRICKS

Una volta creata la buyer persona, è possibile procedere all’assegnazione della stessa a specifici segmenti e/o utenti.

Questo tipo di attività è fondamentale perché consente di valutare il reale comportamento degli utenti in riferimento a modelli ipotizzati. Si tratta di una “cartina tornasole” importante sia per conoscere effettivamente il cluster di riferimento, sia per elaborare modelli di analisi ancora più efficaci e veritieri.

Buyer Personas: ecco qualche utile consiglio per la tua strategia!

In fase di analisi ed elaborazione delle buyer personas è fondamentale ricordare di raccogliere più informazioni possibile.

Una proficua collaborazione con cliente è fondamentale in quanto permette di estrapolare dati ed informazioni utili per la creazione di profili efficaci, relativamente ai cluster di utenti che desidera raggiungere.

Un altro aspetto da non sottovalutare in fase strategica è l’analisi dei dati partendo da ricerche di mercato, casi studio, analisi keyword. Questo permetterà di individuare dei pattern ricorrenti: quali sono le query più cercate? chi le cerca? E dove? Questo significa trovarsi al posto giusto nel momento giusto

Ultimo, ma non ultimo per importanza è l’aspetto che riguarda l’analisi dei micro-dati

Si tratta di dati ed informazioni che gli utenti rilasciano, interagendo con il brand o semplicemente soddisfando una curiosità  o una necessità grazie ad una ricerca online.
Eccone alcuni esempi:

  • profili e post social di follower/fan dei competitor del cliente; 
  • post in gruppi Facebook e Linkedin;
  • hashtag;
  • recensione di prodotto;
  • ricerche correlate suggerite da Google.

Si tratta di dati ed informazioni che, se ben analizzate, ci dicono molto sulle nostre buyer personas: chi sono, quali bisogni hanno, perché potrebbero scegliere il nostro prodotto/servizio, dove possono acquistarlo e come possono usufruirne.

Conoscere a fondo la propria audience è il primo passo per ideare strategie marketing di successo.

HOW TO
Sfrutta il campo note presente nel wizard dell’engine “Buyer Personas” per salvare dati ed informazioni preziose raccolte anche in contesti esterni alle properties del cliente.

Definire le buyer personas, facilita notevolmente la personalizzazione del customer journey. Rimane comunque fondamentale avere il metodo giusto per l’elaborazione della strategia.

Blendee va incontro ai marketer e agli strategist rivelando gli step giusti per un metodo vincente basato su “esperienze” personalizzate per i vari segmenti. Il risultato? Regalare a ciascun cliente e potenziale cliente customer experience personalizzate e di valore.

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Segmenti in Blendee: sfrutta tutto il potere dei Dati di Prima Parte

Tra gli engine base che Blendee offre per mettere in campo efficaci strategie di profilazione e segmentazione della propria audience troviamo “Segmenti”.

Caratteristiche e Funzionalità dell’Engine

L’engine “Segmenti” è direttamente accessibile dal menù principale cliccando in corrispondenza della voce “Target“.

Così come ricorda il nome, l’engine “Segmenti” permette in pochi e semplici click la creazione di cluster di utenti che vengono raggruppati sulla base di caratteristiche comuni.

Tali caratteristiche vengono definite, per lo più, sulla base di Dati di Prima Parte, ovvero informazioni sugli utenti raccolte all’interno delle properties aziendali.

Dati Demografici:
informazioni come nome, cognome, sesso, Indirizzo, telefono, email, ecc..

Dati comportamentali:
informazioni inerenti il comportamento di navigazione e/o acquisto al’interno del sito (pagine viste, categorie del sito o di un eCommerce navigate, numero di prodotti acquistati, importo ordine…).

Dati in real-time:

informazioni su che cosa fa l’utente che sta navigando adesso sul sito.

Dati relativi al ciclo di vita dell’utente (customer lifecycle)

dati che permettono di profilare l’utente sulla base della specifica fase del ciclo di vita in cui si trova (utente appena registrato /iscritto, utente al primo acquisto, utente occasionale, ghost..)

Filtri: alla base delle attività di segmentazione

L’analisi delle diverse tipologie di dati che è possibile sfruttare per attività di segmentazione della audience apre la strada alla tematica relativa ai filtri.

Potremmo pensare ai filtri come alla modalità di clusterizzazione più atomica della audience all’interno di Blendee: il filtro permette, di fatto, di raggruppare tutti gli utenti che rispondono ad una singola caratteristica.

Pensiamo, ad esempio, a tutti gli utenti uomini o donna, a tutti coloro che hanno visitato una specifica categoria ecommerce o che hanno letto una specifica pagina del blog o che si sono iscritti alla newsletter.

I filtri possono essere, a loro volta, categorizzati in tre principali gruppi:

  • filtri demografici
  • filtri comportamentali 
  • filtri real-time
  • filtri relativi al ciclo di vita dell’utente/cliente

Cerchiamo adesso di capire, con qualche esempio, i particolari filtri che rientrano in ciascuna categoria.

I filtri demografici riguardano ovviamente i dati di natura demografica e quelli inerenti il profilo di un utente. Ne sono un esempio la data di nascita, il sesso, la città o la regione di provenienza, i dati relativi all’appartenenza ad una lista (es: tutti gli utenti registrati al negozio di Milano) oppure relativi all’iscrizione alla newsletter.

Nel gruppo dei filtri comportamentali, invece, andiamo ad inserire i dati relativi ad azioni storicizzate degli utentI come categorie viste, prodotti cliccati, newsletter aperta o cliccata, data dall’ultimo acquisto, coupon utilizzato.

Per quanto riguarda invece i dati in real-time, andiamo a raccogliere all’interno di questo gruppo le informazioni che riguardano le azioni in real-time dell’utente all’interno del sito come pagina di provenienza, prodotti nel carrello, campagna di provenienza, ecc..

Dal filtro al segmento: il primo passo per una strategia di personalizzazione della customer experience

Se da una parte i filtri consentono di segmentare fin nel più piccolo dettaglio la propria audience, nel momento stesso in cui si pianificano attività e campagne marketing, è possibile trovarsi di fronte all’esigenza di creare cluster di utenti e clienti che rispondono  contemporaneamente a più caratteristiche.

Immaginiamo di gestire uno shop di abbigliamento, ad esempio, e di voler predisporre una newsletter per tutte le clienti donna iscritte per presentare in anteprima le nuove collezioni in arrivo, oppure di gestire un sito istituzionale di una compagnia assicurativa e di voler mostrare un messaggio che inviti a scaricare un ebook di approfondimento agli utenti uomo che visitano la categoria del nostro sito dedicato alle assicurazioni per la moto.

Come è possibile intuire, in entrambi i casi, la sola profilazione mediante i filtri non è sufficiente ed è necessario ricorrere a qualcosa che ci consenta di raggruppare più filtri.

Ecco allora che entrano in gioco i segmenti: essi ci consentono di unire tra loro più filtri al fine di creare cluster che possano rispondere meglio a più caratteristiche comuni: riprendendo gli esempi di prima: utenti donna e iscritti alla newsletter e utenti uomo che visitano la categoria del sito dedicato alle assicurazione per la moto.

Come è facilmente intuibile dagli esempi sopra riportati la creazione dei segmenti avviene partendo dall’unione di più filtri mediante operatori logici quali and / or / and not.

TIPS & TRICKS: Tanti più filtri vengono utilizzati per creare un segmento, tanto più il cluster di utenti che ne scaturirà nel segmento sarà profilato.  È tuttavia possibile creare anche segmenti che contengano un solo filtro all’interno.

Segmentazione Evoluta e Dinamica: il valore aggiunto di Blendee


Tante tipologie di filtri per un’attenta segmentazione, ma non solo: un aspetto, senza dubbio, da non sottovalutare quando si parla di segmentazione in Blendee dell’audience riguarda il suo aspetto dinamico

Dati ed informazioni relative agli utenti vengono raccolte e normalizzate a livello di single customer view e permettono la creazione di segmenti aggiornabili in tempo reale.

Come è facilmente intuibile la raccolta dei dati e delle informazioni sugli utenti riveste un ruolo strategico per un’efficace attività di segmentazione.  Durante le diverse interazioni con il brand lungo l’intero customer journey l’utente rilascia numerose informazioni che lo riguardano.
Molte di queste possono essere raccolte direttamente (pensiamo ad esempio alle informazioni relative a prodotti acquistati, pagine viste) altre, che per inciso rappresentano quelle più interessanti per efficaci attività di profilazione, devono essere esplicitamente richieste (data del compleanno, preferenze di stile, interessi).

È qui che entrano in gioco le attività di progressive profiling che permettono di qualificare un contatto mediante la raccolta progressiva di dati ed informazioni durante l’intero customer journey, rimanendo fedeli e coerenti al contesto di navigazione e/o interazione in cui si trova l’utente.

HOW TO:  Blendee permette attività di progressive profiling mediante l’impiego dell’engine form e survey.  Form contestuali e personalizzabili permettono di richiedere le informazioni giuste al momento giusto e possono essere mostrati on-site, in fase di navigazione, mediante behavioral message oppure embeddati su pagine del sito. 

PILLOLE DI PROFILAZIONE

Con il termine “dati di prima parte“, facciamo riferimento a  tutti i dati relativi agli utenti che, raccolti nelle properties aziendali, di fatto risultano di proprietà dell’azienda.
Rientrano in questa categoria, ad esempio, dati anagrafici, comportamentali relativi a percorsi di navigazione ed acquisto, solo per citarne alcuni.
Storicamente il digital marketing ha utilizzato poco i dati di prima parte, ma normative sulla privacy sempre più stringenti e la progressiva deprecazione dei cookie di terze parti, hanno acceso i riflettori sulle loro potenzialità.

Profilazione e segmentazione evoluta della propria audience grazie ad una conoscenza approfondita dei propri utenti, ma non solo: i dati di prima parte rappresentano una risorsa strategica anche in ambito advertising.
Ovviamente tanto più questi sono ricchi e dettagliati, tanto più permettono la creazione di strategie marketing vincenti. Con i dati di prima parte è importante concentrarsi sulla raccolta mantenendo sempre chiari gli obiettivi per la quale viene effettuata.

I first-party-data, e ancor più gli zero-party-data, sono, infatti, legati ad informazioni preziose sugli utenti, che vengono rilasciate da questi ultimi in un contesto di relazione con il brand: tanto più è il valore che gli utenti percepiscono derivare dalla relazione stessa con il brand, tanto più alta è la probabilità che rilascino informazioni personali, a patto che l’azienda si mostri trasparente e responsabile in merito al loro impiego.

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Segmentare in ambito eCommerce: gli utenti sono davvero tutti uguali?

Partiamo da una domanda retorica per introdurre uno degli aspetti più salienti che riguarda la segmentazione in ambito eCommerce: si tratta della segmentazione basata sul ciclo di vita dell’utente (customer lifecycle).

Quando si progettano attività di profilazione e segmentazione, spesso si tengono per lo più in considerazione data anagrafici, comportamentali, azioni in real-time, dimenticando invece che ciò che può fare la differenza in termini di incremento delle revenue e delle performance è andare a lavorare su cluster di utenti/clienti, particolarmente attivi o “redditizi”.

Tali tipologie di utenti sono facilmente segmentabili grazie alle funzionalità avanzate dell’engine “Segmenti” di Blendee.

Filtri Lifecycle: centra gli obiettivi marketing del cliente!
Fidelizzare gli utenti più “preziosi” o coinvolgere coloro che non acquistano da tempo all’interno dello shop è possibile grazie a strategie di personalizzazione che partono da una segmentazione evoluta della audience.

Blendee offre tale possibilità ricorrendo a filtri di tipo lifecycle già predisposti in piattaforma.
Essi, già pronti all’uso all’interno dell’engine “Segmenti”, possono essere modificati nelle impostazioni accedendo alla sezione “Impostazioni” del menù principale e cliccando in corrispondenza della voce “Personalizzazione LifeCycle”.
Qui è possibile personalizzare l’intervallo temporale per la considerazione delle varie fasi del Customer LifeCycle, adattandole così più efficacemente al particolare business del cliente.

Segmentazione clienti eCommerce: quali segmenti configurare?
Come anticipato, ogni progetto eCommerce ha delle peculiarità per cui, un’attenta strategia di profilazione e segmentazione non può prescindere da uno studio accurato dei dati e delle informazioni specifiche relative alla sua audience.
Tuttavia, soprattutto in una prima fase è possibile identificare alcuni segmenti da poter subito sfruttare e affinare nel tempo.
Ne abbiamo identificati 7 come peculiari, da configurare subito sfruttando tutte le potenzialità di Blendee che mette a disposizione ben 15 filtri per monitorare il ciclo di vita di un utente.
LEAD
Rientrano in questo segmento tutti gli utenti “conosciuti”ovvero coloro che hanno
rilasciato almeno un contatto sia esso un indirizzo email o un numero di telefono, ma non hanno mai effettuato acquisti.
Come farli acquistare?
Proponi uno sconto per il primo ordine
Invia una newsletter personalizzata con prodotti visti e contenuti consultati
Individua il cluster e sfruttalo per campagne di remarketing mirate su Facebook e Google

ISCRITTI ALLA NEWSLETTER
Appartengono a questo segmento gli utenti che hanno scelto di restare sempre aggiornati su promozioni e novità dello shop e sono, senza dubbio, il primo cluster di utenti maggiormente sollecitato.
Come fare per ingaggiarli?
Comunica periodicamente novità e promozioni in anteprima
Invia contenuti informativi, utili e divertenti (es: consigli di stile, curiosità sui prodotti)
Includi prodotti consigliati e personalizzati in base al comportamento di acquisto di ogni singolo utente
Prevedi offerte pensate solo per gli iscritti alla newsletter

FIRST ORDER
Rientrano in questo cluster tutti coloro che hanno effettuato un solo acquisto all’interno dello shop.
Come stimolarli ad un secondo acquisto?
Metti in campo strategie di cross-selling proponendo prodotti correlati al prodotto acquistato (es: completa il tuo look)
Richiedi una recensione sull’acquisto ed offri un coupon per un secondo acquisto
Presenta le novità inerenti il brand o la categoria di appartenenza del prodotto acquistato
Fai conoscere la tua azienda ed i plus dei tuoi servizi

REPEAT
Sono utenti che hanno effettuato più acquisti negli ultimi giorni. Si tratta di clienti attivi e per questo è importante mantenerli ingaggiati nel tempo.
Come coinvolgerli ulteriormente?
Metti in campo strategie di fidelizzazione anche mediante loyalty program personalizzati
Invia contenuti informativi, utili e divertenti (es: consigli di stile, curiosità sui prodotti)
Prevedi offerte personalizzate

HERO
All’interno di questo cluster sono raccolti i tuoi clienti migliori, coloro che acquistano spesso, hanno un valore medio degli ordini più alto e sono coinvolti. Nonostante ciò, è importante valorizzarli.
Come fidelizzarli?
Crea loyalty program personalizzati
Invia loro offerte personalizzate e non fruibili da altri utenti
Offri la spedizione gratuita o altri plus legati all’acquisto dei tuoi prodotti
Garantisci un accesso privilegiato a promozioni, saldi e presentazioni di nuovi prodotti/collezioni

OCCASIONAL
Si tratta di utenti che acquistano occasionalmente, magari in presenza di particolari promozioni.
Come invogliarli ad acquisti più frequenti?
Tienili aggiornati sulle novità dello shop
Fai conoscere le promozioni o prodotti in sconto
Metti in campo strategie di cross-selling

WAITING
Rientrano in questo cluster utenti che negli ultimi giorni hanno compiuto azioni, come l’ aggiunta di prodotti al carrello, senza, tuttavia, finalizzarle.
Come ingaggiarli?
Crea un workflow per il recupero del carrello abbandonato con email e behavioral message
Offri uno sconto speciale per stimolare l’acquisto
Proponi prodotti correlati a quelli aggiunti al carrello

LOST
Si tratta di utenti che non hanno fatto acquisti ed azioni negli ultimi x giorni.
Come ingaggiarli?
Fai conoscere le novità sul tuo shop inerenti categorie e brand acquistati
Invia una survey per conoscerne interessi e proporre nuovi prodotti
Fai una promozione a tempo con uno sconto speciale
Lead, utenti first order, hero, lost, ma non solo: sei sicuro di conoscere davvero l’utente che accede al tuo shop e di riuscire, con i diversi cluster, a mettere in campo un’efficace strategie di segmentazione utenti e clienti eCommerce.


TIPS&TRICKS
Non dobbiamo dimenticare che oltre il 98% degli utenti, in media, sceglie di navigare un sito/eCommerce senza rilasciare dati ed informazioni.
Tutti questi utenti vanno così ad alimentare forse il cluster più popoloso, quello degli utenti anonimi.
Blendee consente di segmentare gli utenti anonimi in pochi e semplici click, mediante un filtro in real-time.
Tutto ciò si traduce nella possibilità di mettere in campo efficaci strategie di lead generation finalizzate a trasformare gli utenti anonimi in utenti lead, prima, ed in clienti poi, in un vero e proprio percorso di lead nurturing e fidelizzazione

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