Tra gli engine base che Blendee offre per sfruttare tutto il potenziale dei dati nel pieno rispetto della privacy, troviamo “Clean Room”.
Con la progressiva scomparsa dei cookie di terza parte ed il contemporaneo emergere di nuovi contesti digitali come Connected-TV, Digital Out-of-Home, per gli operatori del mondo advertising trovare efficaci modalità di audience targeting e misurazione delle performance diventa sempre più complesso.
I dati di prima parte rappresentano una grande risorsa, ma spesso insufficiente per garantire campagne con copertura significativa soprattutto in contesti particolarmente competitivi.
In un contesto simile le data clean room assumono una nuova centralità, affermandosi come ambiente affidabile e sicuro per attività di data collaboration.
FOCUS
Blendee permette di attivare progetti di data collaboration tra brand/aziende nel pieno rispetto della privacy degli utenti interessati, garantendo anonimato e permettendo a ciascun soggetto in gioco di preservare la proprietà dei dati.
La data collaboration rappresenta un cambio di passo significativo che permette di accrescere il valore dei dati di cui un’azienda può usufruire nel pieno rispetto della privacy.
Caratteristiche Engine
L’engine “Clean Room” di Blendee è uno spazio digitale protetto e sicuro nel quale attivare collaborazioni senza scambiare dati, nel pieno rispetto della privacy: dati ed informazioni delle audience rimangono, infatti, sempre di proprietà dell’azienda che utilizza la data clean room di Blendee.
La data clean room di Blendee è un ambiente temporaneo che si attiva nel momento in cui due player hanno necessità di fare determinate azioni sui dati e prevede l’utilizzo di chiavi di cifratura temporanee valide soltanto per la singola operazione in corso.
Gli ID forti degli utenti (email numero di telefono, numero di carta di fedeltà, mobile ID) vengono codificati con una chiave di cifratura privata all’interno di data bunker e trasmessi, successivamente, alla data clean room.
Una volta conclusa l’operazione le chiavi non sono più valide e le informazioni tornano al diretto proprietario, senza essere cedute a terzi.
Data clean room: tra passato e futuro
Le data clean room, come soluzione infrastrutturale, esistono già da alcuni anni: nel 2017 Google, con ADS Data Hub, è stato il primo big player a lanciare la data clean room nel mercato, perseguendo come obiettivo quello di permettere agli inserzionisti attività di audience enrichment matchando, in un ambiente sicuro e privato, i dati proprietari con quelli dell’ecosistema Google.
Nei mesi e negli anni successivi l’evoluzione delle data clean room ha sempre più interessato i walled garden, da Facebook ad Amazon che hanno, rispettivamente, lanciato le loro data clean room tra il 2017 ed il 2019.
Ma è stato il 2018 a dare ufficialmente avvio all’era della privacy: GDPR, CCPA, senza dimenticare l’Intelligent Tracking Prevention 2.0 di Apple hanno, di fatto, accesso i riflettori sulla necessità di preservare la privacy e tutelare i dati personali degli utenti, aprendo così il mercato anche allo sviluppo di soluzioni di data clean room anche da parte di soggetti terzi ed aziende indipendenti.
Ma che cosa è una data clean room? Facciamo chiarezza!
Data Clean Room: che cosa è e quali i vantaggi?
Da molti appellata come la “Svizzera dei dati”, la data clean room è definita nelle linee guida fornite da IAB TechLab come “un ambiente di collaborazione sicuro che consente a due o più partecipanti di sfruttare le risorse di dati per usi specifici e reciprocamente concordati, garantendo al tempo stesso l'applicazione di rigide limitazioni di accesso ai dati”.
In altre parole, una data clean room funge come una sorta di intermediario tra due interlocutori diversi che scelgono di mettere in campo strategie ed attività di data collaboration finalizzate ad incrementare le proprie audience di partenza.
Perché siano possibili attività di data collaboration è necessario che tutti i soggetti coinvolti siano tutelati per quanto concerne il trattamento di dati ed informazioni personali.
In questo contesto la data clean room offre la massima protezione: qui i dati, definiti come PII, delle parti coinvolte vengono raccolti, analizzati, utilizzati per effettuare attività di matching, ma non vengono mai esplicitamente scambiati, tanto che non è mai possibile risalire ad un identificatore univoco e ricondurli, pertanto, ad un singolo utente.
In ambito advertising e marketing, i vantaggi dell’adozione di una data clean room sono quindi considerevoli.
- Sicurezza dei dati: come anticipato, una data clean room offre un ambiente altamente sicuro dove dati ed informazioni sensibili sono accessibili solo alle parti autorizzate. Accesso, disponibilità dei dati sono concordati da tutte le parti in gioco e la governance stessa dei dati è applicata dal fornitore del servizio cosicché non ci possa essere di fatto accesso diretto da parte di un’azienda ai dati dell’altra.
- Collaborazione efficace: le aziende possono collaborare e lavorare insieme per creare strategie di marketing più efficaci basate sui dati condivisi nella data clean room. Questo porta a una maggiore sinergia e ad una migliore pianificazione delle campagne pubblicitarie.
- Maggiore controllo delle informazioni: le aziende che utilizzano una data clean room mantengono il controllo sui propri dati, decidendo quali informazioni condividere e con chi. Ciò garantisce che i dati dei clienti vengano utilizzati in modo responsabile, in linea con le normative sulla privacy e la compliance.
Clean room: use case
Data enrichment, data extension e data activation: le operazioni per cui le aziende possono utilizzare la clean room di Blendee sono principalmente tre.
Analizziamole nel dettaglio.
- Data enrichment:
è possibile arricchire i dati della propria audience grazie alla collaborazione con audience provider presenti in piattaforma. L’ID graph di Blendee mette a disposizione il data-matching e il volume dei dati dell’azienda che si sovrappone con le diverse audience provider al fine di consentire la scelta del partner più adatto ai propri obiettivi di business.
- Data extension:
è possibile erogare campagne pubblicitarie direttamente su audience selezionate e fornite dagli audience provider in base ai propri obiettivi di business. - Data activation:
è possibile effettuare campagne sui propri dati di prima parte in ambienti sicuri direttamente connessi con i publisher. L'attivazione delle audience avviene in modalità cifrata tramite la data clean room.
FOCUS
Il crescente interesse del mondo advertising alle data clean room è dovuto anche all’esplosione del retail media, ovvero l’apertura del mondo retail a quello advertising mediante la messa a disposizione di brand ed advertiser di spazi pubblicitari sia online che offline che possono essere acquistati per campagne verso le stesse audience del retailer.
Un caso di retail media particolarmente efficace è quello della GDO: pensiamo alla quantità ma anche qualità di dati deterministici che un player della GDO possiede relativamente ai propri clienti. Tali dati rappresentano una grande opportunità anche per gli advertiser per profilare meglio le proprie audience target, passando ad un approccio data-driven e people-based perfettamente compliant alle normative in materia di privacy.
Le data clean room rappresentano ad oggi, senza dubbio, una soluzione interessante per un ecosistema pubblicitario cookieless, ma ci sono ancora importanti sfide aperte che riguardano soprattutto l’adozione di un approccio etico ed una cultura del dato.